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"Ultima Cena" (Installazione). I dodici apostoli in una reazione comune 1 fase-2 fase. Dimensioni reali. Contenitore, 12 fili di ferro, frattaglie, vomito. 1998-2000Š
Nel corso della storia alcuni artisti per esprimere il concetto di amore spirituale, di estasi mistica o per rappresentare il contatto diretto e intimo tra Dio e gli esseri umani senza distinzioni, sono ricorsi a metafore terrene. In un primo tempo alcune opere vennero rifiutate dai committenti e dalla chiesa perchĂŠ ritenute blasfeme. Altre suscitarono scaldalo, tuttavia successivamente comprese, rivalutate e oggi considerate opere fondamentali.
Opere a confronto:
Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) âLa Transverbazione di Santa Teresa DâAvila - 1652â
Michelangelo Merisi (1571-1610) âS.Matteo e lâAngelo 1 versione -1602 c.caâ e âLa madonna dei pellegrini - 1604-1606â
Virgilio Rospigliosi (1967-) âUltima Cena - I dodici apostoli in una reazione comune 1 fase 2 fase - 1998-2000â
Lâopera è unâinstallazione concettuale divisa in due fasi progettata nel 1998 e presentata nellâestate dellâanno 2000 in occasione di unâestemporanea della durata di quindici giorni presso il comune di Fosdinovo (Italia). 1 fase: La struttura consisteva in un contenitore nero con allâinterno frattaglie di carne e vomito, al centro di uno spazio quadrato. E 12 fili di ferro rugginosi e tesi che avvolgevano la sua circonferenza, le cui estremitĂ erano agganciate ai muri laterali. Infine un leggio, con note storico/scientifiche, posto sul retro del contenitore. Lo scopo era rappresentare la reazione al dolore psichico dei dodici apostoli in seguito alla notizia dellâimminente dipartita di Cristo.
Rospigliosi come il Bernini in (Santa Teresa DâAvila) utilizza la metafora umana-concreta per esprimere uno stato psichico/spirituale, e come Caravaggio, che vestiva i Santi da contadini e prostitute (Dio è di tutti), rappresenta la reazione concreta a un dolore emotivo che ogni essere umano potrebbe provare durante la propria vita. 2 fase: la comunione del dolore attraverso lâolfatto. Nessuno dei presenti, e non soltanto coloro nelle immediate vicinanze, poteva evitare il contatto olfattivo proprio del processo di degenerazione biologica, condividendo fisicamente e metaforicamente, il dolore degli apostoli attraverso la âprobabileâ reazione fisiologica scatenata dal dolore emotivo.
Il crudo realismo dellâopera suscitò forti contrasti. Dopo qualche giorno dalla collocazione della struttura, alcuni prelati sostenuti dalle curie vescovili di La spezia e di Massa-Carrara invitarono lâartista e il comune del luogo a rimuoverla immediatamente perchĂŠ considerata blasfema, disgustosa, oscena e offensiva nei confronti di Dio, della chiesa e dei suoi fedeli. Tutto ciò nonostante varie testimonianze; uno scritto dellâartista (con citazioni e riferimenti scientifici e storici) posto sul retro dellâopera che dichiarava lo scopo e il messaggio concreto del lavoro. Lâintervento dello scrittore Giorgio Soavi che sostenne come lâazione dellâartista, priva di intento provocatorio, andasse aldilĂ del pregiudizio. E nonostante una conferenza attraverso la quale lâartista stesso spiegò nei dettagli che il significato era riconducibile ad una pura esternazione di amore.
Lâinstallazione venne rimossa definitivamente.
Riferimenti scientifici e storici
Psicologia fisiologica
Lâintero atto del vomito è comandato da un centro nervoso situato nel bulbo. Il vomito è un atto riflesso, un sintomo la cui evoluzione dipende essenzialmente dalla causa, e può aversi in seguito ad emozioni violente, come commozione, eccitazione, impressione, trepidazione, turbamento. O ad influenze psichiche. Sensazioni di ansia dettata dal timore di qualcosa o dalla perdita imminente di qualcuno. Senso di disagio, effetto negativo che in una comunitĂ o una collettivitĂ consegue la scomparsa di un suo membro. Visione di cose ed episodi traumatizzanti. Shock da trauma psichico improvviso. Spesso come indizio di rifiuto psicologico. (Treccani).
Riferimenti storici 1 (Michelangelo Merisi - Caravaggio)
Michelangelo Merisi (Caravaggio 1571-1610) âS.Matteo e lâAngelo 1 versione -1602 c.caâ e âLa madonna dei pellegrini - 1604-1606â. Lâopera S.Matteo e lâangelo 1 versione venne rifiutata perchĂŠ definita indecorosa e volgare. Caravaggio piuttosto che rappresentare il Santo come un apostolo forte e vigoroso lo descrive come un umile vecchio analfabeta nemmeno in grado di scrivere. La scena ci mostra un qualsiasi povero contadino con le gambe accavallate in primo piano, i piedi sporchi, callosi e senza aureola in testa. âPerchĂŠâ non aveva decoro, neâ aspetto di santo, stando a sedere con le gambe incavalcate e coi piedi rozzamente esposti al popoloâ (Bellori). Atmosfere ben lungi da quelle alle quali la chiesa e la societĂ erano abituate fino ad allora. Lâopera venne considerata un vero e proprio scandalo. Offensiva e blasfema nei confronti della chiesa e dei committenti. Anche La madonna dei pellegrini fu ritenuta scandalosa. Caravaggio per rappresentare la madonna decide di utilizzare Maddalena Antognetti, una prostituta. Anche in questo caso i pellegrini vengono rappresentati come contadini. Vengono messi bene in evidenza i dettagli dei piedi sporchi, fangosi e gonfi. La terra che ha reso impresentabili le estremitĂ di questa povera gente è un elemento che viene letto solo in negativo. La sporcizia è legata alla povertĂ . La Vergine non può essere avvicinata a gente sporca. lâintenzione di Caravaggio, non compresa, non fĂš quella di provocare. Piuttosto di avvicinare tutti gli uomini a Dio, sia contadini che ricchi. In entrambe le opere la santitĂ non si coglie nell'aspetto esteriore, considerato osceno, bensĂ nel sentimento interiore di mitezza e di ingenuitĂĄ, sintomi di grazia e di fede. Attributi dei santi, non il loro aspetto, sul quale si abusava, al tempo, con esteriorizzazioni retoriche ed eccessive.
Riferimenti storici 2 (Gian Lorenzo Bernini)
Gian Lorenzo Bernini(1598-1680) âLa Transverbazione di Santa Teresa DâAvila - 1652â. Meglio conosciuta come âLâEstasi di Santa Teresaâ, descrive la comunione della Santa con Dio. Si tratta di unâunitĂ concettuale che Bernini dispiegò in modo che ogni particolare acquisisse un senso nel suo insieme. ÂŤLa [âŚ] grande innovazione del Bernini nel trattare la trasverberazione, cioè il contenuto sensuale, è stata argomento di una controversia senza fine. La visione di Teresa è stata interpretata anche come erotismo indotto per isteria, e giĂ ai suoi tempi il Bernini fu accusato di avere svilito la trasverberazione riducendola su un piano volgarmente fisico. Un suo contemporaneo lo condannò perchĂŠ âtirò poi quella Vergine purissima in terra⌠non solo prostrata (notando anchâegli che non era in ginocchio!), ma prostituitaâ. Fosse o no Teresa isterica e fosse o no il Bernini volgare, dal gruppo emana un erotismo fisico che i ben intenzionati apologisti hanno torto a negare. Secondo una tradizione millenaria, sorta con il biblico Cantico dei Cantici, i mistici ricorrevano al vocabolario dellâamore fisico nello sforzo di trasmettere agli altri i loro sentimenti: la comunione con Dio è come la comunione con lâessere amato, solo moltiplicata piĂš e piĂš volte. La stessa Teresa sottolineava la componente puramente fisica dellâesperienza. Descrivendo la trasverberazione, afferma che, pur essendo spirituale e non fisica la dolce pena da lei sofferta, anche il corpo vi aveva parte, anzi una grande parte - sono le sue parole. La visualizzazione del Bernini si può spiegare in parte con il racconto di Teresa, estremamente vividoÂť (Irving Lavin). Essendo umanamente impossibile raffigurare il momento di intensa estasi mistica, lâartista decide di rappresentarla metaforicamente attraverso il momento di piacere assoluto per lâessere umano. Lâestasi carnale. Lâorgasmo. Infatti la bellezza ambigua e sensuale dei due protagonisti evoca la pulsione erotica. Lâamplesso orgasmico. La stessa Santa ne sua âVitaâ nel 1565 descrive quel momento di voluttuoso rapimento con queste parole: âIn questa visione piacque al Signore che lo vedessi cosĂŹ: non era grande, ma piccolo e molto bello, con il volto cosĂŹ acceso da sembrare uno degli angeli molto elevati in gerarchia che pare che brucino tutti in ardore divino: credo che siano quelli chiamati cherubini, perchĂŠ i nomi non me ridicono, ma ben vedo che nel cielo câè tanta differenza tra angeli e angeli, e tra lâuno e lâaltro di essi, che non saprei come esprimermi. Gli vedevo nelle mani un lungo dardo dâoro, che sulla punta di ferro mi sembrava avesse un poâ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a piĂš riprese nel cuore, cosĂŹ profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio. Il dolore della ferita era cosĂŹ vivo che mi faceva emettere quei gemiti di cui ho parlato, ma era cosĂŹ grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non câera da desiderarne la fine, nĂŠ lâanima poteva appagarsi dâaltro che di Dio. Non è un dolore fisico, ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un poâ, anzi molto. Ă un idillio cosâ soave quello che si svolge tra lâanima e Dio, che supplico la divina bontĂ di farlo provare a chi pensasse che mentoâ.
Psicologia fisiologica - Bibliografia
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Teoretica â
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